tag foto 1 tag foto 6 tag foto 6 tag foto 7 tag foto 2 tag foto 3 tag foto 4 tag foto 5 tag foto 6

17/11/14

Amarelli: La liquirizia italiana famosa nel mondo

Buona domenica a tutti….naturalmente piove con temporale….giornata ideale per restare in casa…..e riposarsi….

Oggi dopo tanto tempo ritorno al mio blog, dopo il Cosmofood a Vicenza, l’influenza, ora sto organizzando i mercatini di Natale che partiranno da fine mese, il tempo da dedicare al blog è sempre poco.

Riprendo con la presentazione di un’azienda che produce un “alimento” che mio marito adora ed è ricco di proprietà benefiche, vi presento…Amarelli: La liquirizia italiana famosa nel mondo.



Conosco questa azienda da tantissimi anni, in famiglia tutti consumatori di liquirizia, e la liquirizia Amarelli è la migliore, si collezionavano anche le scotolette in metallo con immagini Art-Decò.


La storia di Amarelli è una lunga storia fatta di passione, cultura, impresa e tradizione che affonda le sue radici a Rossano, nella terra di Calabria dove da sempre cresce la radice di liquirizia riconosciuta dai testi scientifici come la migliore al mondo.

Antichi documenti attestano che già intorno al 1500 la famiglia Amarelli era impegnata nella raccolta e la vendita delle radici di liquirizia, particolarmente apprezzate, per il loro potere tonificante, da quanti affrontavano lunghe marce, come pellegrini e soldati e da coloro che compivano attività faticose.

All’inizio del 1700 si sviluppa l’idea di tentare l’estrazione del succo per ottenere un prodotto conservabile e trasportabile per avviare una commercializzazione su più vasta scala.
È fondato così, nel 1731, un primo impianto proto-industriale per l’estrazione del succo dalle radici in un grande capannone, detto “concio”, oggi sapientemente restaurato e conforme a tutte le norme vigenti in tema di igiene del prodotto e sicurezza del lavoro.
Nascono cosi le liquirizie, nere, brillanti, seducenti, gioia dei bambini, ma anche, soprattutto, di adulti che amano i piaceri di una vita sana e naturale.

La produzione è il risultato di un riuscito connubio di artigianalità e tecnologia, tutte le fasi di trasformazione, dalla materia prima al prodotto finito, avvengono ancora nell’antico “Concio” Settecentesco, luogo originario della produzione.

All’inizio le radici, macinate da una grande mola di pietra, venivano messe a bollire ed il succo ricavato veniva filtrato e concentrato e poi, ancora caldo e morbido, lavorato a mano con grande perizia da giovani donne che ne ricavavano bastoncini e biglie di liquirizia.
Poi nel 1907 vengono installate delle avveniristiche caldaie a vapore.
Nel 1919 vengono lanciate per la prima volta delle scatolette in metallo per mantenere intatti i pregi della liquirizia e negli anni seguenti si creano le caratteristiche immagini pubblicitarie art-decò, riprese negli ultimi decenni per le confezioni di maggiore successo.


Nel 1970 si completa il processo di modernizzazione che fa ottenere, nel 1987, la medaglia d’oro della Società Chimica Italiana per aver saputo coniugare tradizione artigianale e tecnologie all’avanguardia.

Oggi, in reparti sapientemente restaurati e perfettamente adeguati a tutte le più recenti normative si svolgono i processi di selezione delle radici, estrazione del succo, cottura e concentrazione, tutti informatizzati e automaticamente controllati, ma il tocco finale spetta ancora al “mastro liquiriziaio” che sorveglia personalmente il giusto grado di solidificazione del prodotto.

Si ottiene così una liquirizia di altissima qualità, totalmente naturale, senza additivi né edulcoranti, dal gusto piacevole e dal sapore inimitabile, che ha reso Amarelli leader mondiale della liquirizia pura.


Amarelli è sinonimo di genuinità, dà ai suoi consumatori una selezione massima della materia prima, liquirizia di esclusiva provenienza calabrese definita dall’Enciclopedia Britannica la migliore del mondo, tracciabilità, controlli di igiene e qualità, una ricetta unica nella lavorazione,  tutto questo ha reso famose queste liquirizie dal colore nero e brillante, che riportano al sapore dell’infanzia ma che soddisfano i consumatori più esigenti ed evoluti amanti dei prodotti naturali.
Per non parlare poi delle confezioni, belle ed eleganti, nonché riciclabili, scatole di metallo che riproducono le antiche immagini tratte dagli Archivi della Casa.
Rispettose dell’ambiente, esse portano nel mondo il calore del sud e il simbolo dell’arte di vivere all’italiana.

Amarelli ha la sua sede, da quasi tre secoli, a Rossano, importante centro bizantino della Calabria, nell’antico palazzo fortificato edificato nel 1400 dalla famiglia Amarelli, oltre alll’Azienda qui ha sede anche il Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli”.

La severità architettonica dell’edificio, ingentilita dagli interventi seicenteschi, le antiche stanze, i pavimenti in cotto e acciottolato, gli agrumi dei giardini, la piccola chiesa annessa, sono la viva testimonianza di quella storia e di quella tradizione di cultura che è possibile ritrovare nell’allestimento del Museo.

La famiglia Amarelli ha voluto fortemente la realizzazione di questo Museo nel desiderio di presentare al pubblico una singolare esperienza imprenditoriale, nonché la storia di un prodotto unico strettamente legato al territorio.
Una storia di lavoro, di cultura, di impresa, di tradizioni, che affonda le sue radici nella terra di Calabria, a Rossano, in Contrada Amarelli.
Una storia da toccare con mano, da leggere, da ascoltare, da vivere nel Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli”.

Il Museo della liquirizia “Giorgio Amarelli” ha ottenuto nel 2001 il “Premio Gugghenheim Impresa & Cultura” e, nel 2004, Poste Italiane vi ha dedicato un francobollo della serie “Il Patrimonio artistico e culturale italiano”.
Al museo è annesso l’Archivio, che raccoglie documenti della famiglia e dell’impresa dal 1445 ad oggi e che, con decreto del Ministero dei Beni Culturali del 20/12/2012, è stato dichiarato “di interesse storico particolarmente importante”.

Inoltre all’interno del museo si trova l’Auditorium “Alessandro Amarelli”.
Un grande ambiente rettangolare, oltre cento posti, da sempre parte integrante del complesso di fine Settecento, oggi sala accogliente e funzionale ulteriormente valorizzata dalle più sofisticate tecnologie, dedicata ad ospitare eventi, conferenze, proiezioni di Aziende e Associazioni.

I loro prodotti…non solo liquirizia pura…

La liquirizia
Il nome Glycyrrhiza significa pianta dalla dolce radice, secondo l’autorevole Enciclopedia Britannica la migliore del mondo cresce in Calabria, in particolare lungo la costa ionica, dove il microclima esalta il contenuto di glicirizzina, il glucoside che conferisce il caratteristico sapore al succo di liquirizia. 

Liquirizia e cioccolato
La ricerca dell’eccellenza qualitativa “senza compromessi”, unita all’attenzione verso il miglioramento continuo, lo sviluppo del brand e l’innovazione del prodotto, costituisce da sempre il tratto distintivo di Amarelli.
La capacità dell’Azienda di innovare si esprime anche nello sviluppo di sempre nuovi prodotti in partnership con altre prestigiose aziende italiane, prodotti in cui la liquirizia è declinata in insoliti ed originali abbinamenti.

Liquori e Birre
La ricerca dell’eccellenza qualitativa “senza compromessi”, unita all’attenzione verso il miglioramento continuo, lo sviluppo del brand e l’innovazione del prodotto, costituisce da sempre il tratto distintivo di Amarelli.
La capacità dell’Azienda di innovare si esprime anche nello sviluppo di sempre nuovi prodotti in partnership con altre prestigiose aziende italiane, prodotti in cui la liquirizia è declinata in insoliti ed originali abbinamenti.

Le specialità
La ricerca dell’eccellenza qualitativa “senza compromessi”, unita all’attenzione verso il miglioramento continuo, lo sviluppo del brand e l’innovazione del prodotto, costituisce da sempre il tratto distintivo di Amarelli.
La capacità dell’Azienda di innovare si esprime anche nello sviluppo di sempre nuovi prodotti in partnership con altre prestigiose aziende italiane, prodotti in cui la liquirizia è declinata in insoliti ed originali abbinamenti.


L'azienda Amarelli ha la sua sede a Rossano....Rossano la Bizantina: "Civitas nobilis ac vetusta" (G.Barrio), deriva dal nome latino di persona Roscius con l'aggiunta del suffisso -anus che indica possesso.


I primi insediamenti della popolazione indigena degli Entri risalgono ai secc. XI - VIII a.C. Durante il periodo magno-greco (secc. VIII-II a.C) è il porto e l’arsenali di Thurii (la II Sibari) con il nome di Ruskìa o Ruskiané.
Poi durante la denominazione dei romani (secc. II a.C - V d.C) diventa anche una città fortezza, Castrum e poi Frùrion, con il compito di controllare la sottostante Piana di Sibari ed i sovrastanti monti della Sila , dove i fieri Brettii o Bruzi difendn eroicamente la loro libertà dai Romani: la città acquista il nome di Roscianum.

Il periodo storico più importante per Rossano è quello Bizantino: infatti, dal 540 al 1059, essa diventa una città strategica dell’Impero di Bisanzio tra le più attive e sicure del sud-Italia, ambita da numerosi invasori (Visigoti, Longobardi, Saraceni) ma mai espugnata.
Un centro militare oltre che un centro politico-amministrativo tra i più importanti del dominio bizantino che ospita i più alti dignitari della corte di Bisanzio, ma anche dell’Impero Italo-Tedesco.
Rossano diventa la capitale dei possedimenti bizantini in Italia.
E’ il momento della massima potenza e notorietà per Rossano, che le valgono i titoli onorifici di "La Bizantina", "perla bizantina della Calabria", "la Ravenna del sud".
Il secolo X, che per l’Europa è uno dei secoli più drammatici, è invece, il secolo d’oro per Rossano.
Essa è il centro urbano più importante della Calabria, sede dello Stratego, di Vescovado, di uffici amministrativi, di officine artigianali, di botteghe d’arte.
Numerose, inoltre, sono le istituzioni educative e le scuole monastiche dei tanti monasteri urbani e montani, che, con le loro biblioteche ed i loro "scriptoria" diffondono l’immagine di Rossano e la rendono famosa per i suoi alti livelli di religiosità e di cultura greco - bizantina.

Ma nel 1417, passa sotto il Regime Feudale, diventa e rimane Principato, quasi ininterrottamente, fino al 1806, durante le dominazioni degli Angioini, ( 1266 - 1442), degli Aragonesi (1442 - 1504), degli Spagnoli (1504 -1714) degli Austriaci (1714 - 1738), dei Borbone (1738 - 1860).
Le famiglie feudali che si avvicendano alla guida della città sono i Ruffo, i Marzano, gli Sforza di Milano, gli Aldobrandini e i Borghese di Roma; Bona Sforza e contemporaneamente Principessa di Rossano, Duchessa di Bari e Regina di Polonia (1524 - 1559).
L’intenso sfruttamento dei dominatori stranieri, dei feudatari, del Patriziato locale determinano il ristagno dell’economia (incentrata sull’olivicoltura), l’isolamento e la periferizzazione della città.
Ciò nonostante Rossano continua a svilupparsi urbanisticamente ed ad arricchirsi di nuove e significative presenze.
Sul piano culturale, dai primi del 500 alla metà del 700, Rossano rinnova il ruolo di Città di Cultura: proliferano le istituzioni religiose ( tra le quali il Seminario Diocesano, (1593); si affermano due Accademie note a livello nazionale, quella dei Naviganti e quella degli Spensierati; sorge il teatro Nazionale Amantea poi Palella, modellato su quello della corte borbonica di Napoli, unico in Calabria alla fine del 700.

Durante il decennio Francese (1806-1815), Rossano ritorna ad essere Città Regia, liberata dagli orrori e dallo sfruttamento del Feudalesimo.
Ai primi dell’800 diventa Capoluogo di Distretto (28 Comuni), sede di Sottointendenza, Capoluogo di Circondario e sede del Giusticente; dal 1894 al 1926 è sede di Sotto-Prefettura; nel 1865 diventa sede di Tribunale, nel 1875 di Corte d’Assise e Distretto Militare; si arricchisce di nuove istituzioni scolastiche superiori e, nel 1871, prima di altre città, di Ginnasio, che diventerà poi Liceo Ginnasio "San Nilo", scuola illustre per cultura e vita democratica; nella seconda metà dell’800, è centro di numerosi circoli culturali e produce vari giornali e periodici; nel 1876 Rossano inaugura il tronco ferroviario Jonico e, dopo qualche anno, avvia la prima illuminazione elettrica e le prime centrali termoelettriche della Calabria. Nel 900, Rossano vive le vicende che caratterizzano la Calabria, con dignità e spesso da protagonista: partecipa con tanti coraggiosi alla Resistenza ed alla lotta di Liberazione, conosce l’emorragia dell’emigrazione, svolge una funzione attiva nel processo lento della ricostruzione della vita civile democratica e materiale della regione, esercitando, fino a tempi recenti, un ruolo di grande prestigio, trainante e di guida, nel vasto territorio della Calabria Jonica Nord Orientale.


Cos'è la Liquirizia
 
La liquirizia, Glycyrrhiza glabra, è una pianta perenne della famiglia delle Leguminosae, originaria dell'area mediterranea e mediorientale, le sue radici sono raccolte nel periodo autunnale e invernale.
La liquirizia è una pianta suffrutice con fusti eretti, cilindrici, glabri, striati, ramificati, alti 100-150 cm.
Foglie glabre imparipennato-composte formate da 4-7 coppie di foglioline ellittiche.
Porzione ipogea della pianta molto sviluppata costituita da rizomi che, nel secondo anno di vita danno origine a nuovi germogli, e da radici sarmentose.

I fiori piccoli, di colore azzurro-violaceo, riuniti in racemi ascellari peduncolati.
Hanno calice ricoperto da peli ghiandolari, formato da 5 sepali saldati alla base.
La fioritura della liquirizia si ha in estate (giugno-luglio).
Il frutto è un legume, lungo 2-3 cm, contenente 2-5 semi, reniformi o lenticolari di colore bruno.
I rizomi possiedono un aroma poco accentuato, mentre il sapore è prima dolce e poi gradatamente amaro.


Sono cinque le varietà più conosciute:
- Glycyrrhiza glabra typica: detta anche Liquirizia di Spagna, che cresce in Italia, Grecia e Spagna, è la qualità più pregiata contenente per lo più glicirrizina, il principio attivo dell'estratto di liquirizia.
- Glycyrrhiza glabra glandulifera: detta anche Liquirizia di Russia, diffusa nelle zone orientali dell'Europa, nella Russia meridionale e in Asia minore.
- Glycyrrhiza echinata: o Liquirizia ungherese.
- Glycyrrhiza glabra violacea: dai fiori di colore viola, detta anche Liquirizia Turca o Liquirizia Persiana, per le zone dove cresce.
- Glycyrrhiza uralensis: detta anche Liquirizia cinese, a basso contenuto di zucchero.

Proprietà

Menzionata nel primo erbario della medicina tradizionale cinese, la liquirizia è usata in Asia da circa 5.000 anni per curare tosse, intossicazioni alimentari e disturbi al fegato, mentre in Europa è stata introdotta solo nel XV secolo dai frati domenicani.

La liquirizia è digestiva, diuretica, antinfiammatoria, espettorante e protettiva della mucosa gastrica. Indicata contro tosse, mal di gola, catarro, cervicale e acidità gastrica esercita anche una blanda funzione lassativa.

La virtù che in passato ha reso celebre la liquirizia era quella dissetante: gli Sciti (popolazione nomade d'origine iranica) che si cibavano solo di formaggi di capra e liquirizia, camminavano per ore nel deserto senza patire la sete grazie all'azione rinfrescante di questa preziosa radice.

Liquirizia per l'apparato gastrointestinale
Gli estratti di radice di liquirizia hanno un'attività citoprotettiva, antinfiammatoria e cicatrizzante sulla mucosa gastrica e duodenale, dovuta in particolare alla glicirrizina, sia per contatto diretto con la lesione, sia per stimolo indiretto alla produzione di muco da parte delle cellule della parete gastrica.
La liquirizia trova indicazione nella prevenzione e nella cura delle ulcere gastriche e duodenali, delle gastriti, delle ulcere da farmaci (FANS, cortisonici) e alcool, e delle mucositi da chemioterapici.
All'effetto antinfiammatorio della glicirrizina si associa l'effetto antispastico sulla muscolatura liscia esercitato dai flavonoidi presenti nella radice e nell'estratto.
La glicirrizina ha anche potenti effetti immunomodulatori: riduce il rischio di cancerizzazione dell'epatite da virus C.
Il meccanismo d'azione antinfiammatoria consiste nel blocco della reduttasi epatica dei corticosteroidi e in uno stimolo diretto della produzione degli ormoni surrenalici.

Liquirizia per la pressione bassa
La pressione bassa è il vostro cruccio?
La liquirizia grazie alla presenza di glicirrizina, un principio attivo che interviene sui livelli di aldosterone, un ormone che regola la pressione arteriosa, fa salire la pressione.
Per lo stesso motivo però, la liquirizia, consumata regolarmente ed in quantità elevate non è indicata per chi soffre di ipertensione.

Liquirizia per la tosse

La liquirizia è un toccasana anche per l'apparato respiratorio, ha il potere di calmare la tosse e favorire l'espulsione del catarro dai bronchi.

Liquirizia per il fegato

Mangiare liquirizia può anche assicurare un'adeguata protezione al fegato.
Il consumo di estratto secco di liquirizia per trenta giorni consecutivi produce un sensibile miglioramento di condizioni in individui affetti da insufficienza epatica cronica, questo grazie agli antiossidanti di cui è ricca che favoriscono la riduzione di trigliceridi e transaminasi nei tessuti del fegato e l'aumento del glicogeno epatico.

Liquirizia antiinfiammatoria e cicatrizzante
Le proprietà antiinfiammatorie e cicatrizzanti della liquirizia la rendono un ottimo rimedio naturale per infiammazioni cutanee (eczema, psoriasi, herpes e dermatiti). Per questo in commercio esistono molte preparazioni per uso esterno a base di liquirizia ad azione protettiva, lenitiva e antibatterica per pelli sensibili.

Liquirizia contro lo stress
Concedetevi una pausa rilassante e sorseggiate un tè alla liquirizia, in grado anche di contrastare l'insonnia, grazie alla regolazione degli zuccheri presenti nel sangue e alla stimolazione dei liquidi cerebrospinali.

Non tutti sanno che...la liquirizia può fungere anche da afrodisiaco: il profumo di questa pianta stimolerebbe il piacere femminile più di qualsiasi altro profumo...

 
Effetti collaterali, controindicazioni e Interazioni farmacologiche
 
In seguito all'assunzione, per inibizione della reduttasi epatica che catabolizza i corticosterodi, si può avere ipopotassiemia, ritenzione di sodio ed ipertensione arteriosa.
Sono stati descritti anche numerosi casi di rabdomiolisi e miopatie da abuso di liquirizia (ipopotassiemia).

Liquirizia e ipertensione: effetti della liquirizia sulla pressione arteriosa
Quella che comunemente chiamiamo liquirizia è una droga vegetale costituita dai rizomi e dalle radici dell'omonima pianta (Glycyrrhiza glabra, famiglia Fabaceae).
Un consumo eccessivo di questa sorta di leccornia, con i suoi aromi e sapori tipici, può causare qualche problema, soprattutto a chi soffre di pressione alta.
Le radici di liquirizia, infatti, contengono dal 6 al 12% di glicirizzina (glicoside dell'acido glicirrizico), in cui la componente zuccherina è costituita da due molecole di acido glucoronico. Il potere dolcificante di questo glicoside è stimato essere 50-100 volte superiore a quello dello zucchero; oltre a questa e a numerose altre interessanti proprietà fitoterapiche (antivirale, antiulcera, epatoprotettiva, lassativa, antinfiammatoria, espettorante e gastroprotettiva), la liquirizia e la glicerizzina in essa contenuta vantano anche un'azione ipertensiva.
Tale effetto si esplica a livello epatico e renale, dove un metabolita dell'acido glicirrizico riduce il metabolismo dei corticosteroidi attraverso l'inibizione dell'enzima 11-B-idrossisteroidi-deidrogenasi.
Questo effetto aumenta l'attività del cortisolo a livello renale, paragonabile a quella esercitata dall'aldosterone, inducendo nell'organismo uno stato di iper-pseudo-aldosteronismo.
Oltre ad un aumento della pressione arteriosa, quindi, l'eccesso di liquirizia può provocare alterazioni dell'equilibrio idroelettrolitico, con diminuzione del potassio sanguigno (ipopotassiemia), ritenzione idrosalina (edemi), diminuzione della diuresi e - nei casi più severi - alterazione della contrattilità muscolare e del ritmo cardiaco.

Per quanto esposto, la liquirizia dovrebbe essere consumata con particolare moderazione - se non addirittura evitata - dai pazienti affetti da ipertensione arteriosa, ipokaliemia e insufficienza renale cronica.
Particolare prudenza va posta nell'utilizzo congiunto di liquirizia e:
- farmaci ACE-inibitori, diuretici o altri medicinali per la pressione alta (può ridurne l'attività terapeutica);
- lassativi (aumentato rischio di ipokaliemia);
- farmaci antiaritmici;
- pillola anticoncezionale (che già di per sé può aumentare leggermente la pressione arteriosa);
- corticosteroidi (la liquirizia potrebbe potenziarne l'effetto).

Evitare l'assunzione in caso di ipopotassiemia, ipertensione arteriosa, ritenzione idrosalina, sindrome premestruale, sovrappeso corporeo, insufficienza renale, grave insufficienza epatica, ipersensibilità accertata verso uno o più componenti:
- diuretici: può aumentare la perdita di potassio da diuretici;
- lassativi: può aumentare la perdita di potassio da uso cronico di lassativi;
- digitatici: l'ipopotassiemia può aumentare la tossicità dei digitatici;
- antiaritmici (chinidina, idrochinidina, ajmalina): aumento della tossicità con rischio di torsione di punta (da ipopotassiemia);
- cortisonici: la liquirizia aumenta gli effetti antinfiammatori dei cortisonici locali, ne riduce la gastrolesività per effetto tampone; può tuttavia potenziarne gli effetti sistemici per aumento del livello di cortisonici nel sangue;
- FANS: protegge la mucosa gastroduodenale dai danni dei farmaci;
- contraccettivi orali: aumentano la sensibilità alla glicirrizina, con maggiori rischi di effetti collaterali;
- insulina: possibile aumento della ipopotassiemia.


Curiosità sulla liquirizia

Il nome liquirizia deriva da due parole greche: “glykys” che significa dolce e “rhiza” che sta per radice.
Conosciuta sin dall'antichità per il gusto delizioso e per le proprietà medicamentose, la liquirizia era citata da Ippocrate, utilizzata da Napoleone per calmare i dolori allo stomaco prima delle battaglie, fu trovata nel corredo funebre di Tutankamon e negli ospedali francesi veniva unita a orzo e gramigna per preparare tisane salutari.
Gli effetti benefici di questa radice ne fecero per lungo tempo un prodotto esclusivo e piuttosto costoso delle farmacie.
In Italia fu solo dopo il 1930 che la liquirizia trovò il suo posto nel mercato dolciario sotto forma di pastiglia acquistabile in pasticceria o in tabaccheria (per le proprietà antiinfiammatorie utili alla gola dei fumatori).
L'essenza di liquirizia è utilizzata (insieme al cacao) come additivo per la produzione di sigarette.



Nessun commento:

Posta un commento